Le attività esterne del Chief Restructuring Officer (CRO)

Le principali attività esterne del CRO, che dovrà svolgere esternamente all’azienda saranno:

  • garantire comunicazione continua verso gli stakeholder;
  • garantire credibilità alle attività svolte dall’azienda ed al piano industriale;
  • ricerca di nuovi partner finanziari o industriali.

Garantire comunicazione continua verso gli stakeholders

La crisi aziendale, quasi sempre, si può facilmente intravedere all’interno dell’azienda da piccoli segnali, ai quali il più delle volte si cerca di dare poca importanza o che comunque si vogliono minimizzare con comunicazioni, formali ed informali, tranquillizzanti. Come si è detto in precedenza però, la crisi ha una velocità di propagazione geometrica e pertanto, al reiterarsi di alcuni comportamenti nel tempo quali l’impossibilità di pagare: gli stipendi, gli affitti, i fornitori, le rate dei finanziamenti bancari o di consegnare i prodotti o i servizi ai clienti, la difficoltà dell’azienda sarà diventata evidente anche all’esterno della stessa. Naturalmente, nessuno dei soggetti esterni può conoscere la reale entità e gravità della situazione in cui versa l’azienda ma sicuramente, la preoccupazione incomincia a farsi strada. Questa è la ragione per cui è necessario avere un atteggiamento di dialogo con tutti i player coinvolti nella crisi aziendale. È necessario, soprattutto se si è individuata una strada in collaborazione con un CRO, intavolare dialoghi con tutti. Renderli partecipi del percorso che s’intende seguire e chiedere la loro collaborazione. Di fronte a idee chiare, ad un Piano che, con evidenza, presenta la possibilità di risanamento, difficilmente non si troverà la collaborazione di dipendenti, fornitori, banche, soci di capitale. La trasparenza è sempre preferibile ed ha maggiori possibilità di essere premiata. Il CRO dovrà, pertanto, prevedere comunicazioni periodiche d’informazione sull’andamento aziendale dove verrà enunciato tanto l’andamento delle strategie adottate quanto i risultati economico finanziari dell’azienda, rispetto al Piano previsto.

 

Garantire credibilità alle attività svolte dall’azienda ed al piano industriale

Il CRO, grazie alla fiducia acquisita nel tempo presso i vari stakeholder garantisce, in particolare modo ai finanziatori dell’azienda, sia quelli in capitale di rischio che di credito, che l’azienda ha intrapreso un percorso di trasformazione dalla fase in cui subisce la crisi a quella del tentativo di risanamento. Risulta evidente che la massimizzazione del recupero del credito dipende dalla massimizzazione del valore dell’impresa la quale, molto spesso, si realizza proprio tramite la continuità aziendale nella discontinuità manageriale. Pertanto è auspicio dei creditori, dei soci di capitale, dei dipendenti, delle istituzioni pubbliche, ed anche del management aziendale che il percorso individuato dal CRO, attraverso il Piano industriale, si realizzi.

 

Ricerca di nuovi partner finanziari o industriali   

Altra ipotesi di lavoro che il CRO può seguire, in accordo con i soci dell’azienda dove opera, è quello di fare entrare nel capitale sociale nuovi partner, finanziari e/o industriali. Questi possono essere anche i creditori dell’azienda che convertono, integralmente o parzialmente il proprio credito in equity.

 

Con questa si concludono le attività esterne del CRO, quelle cioè che come si è visto hanno un impatto diretto diretto e degli effetti misurabili verso il mondo esterno.