IL DECRETO CORRETTIVO AL CODICE DELLA CRISI – UNA NUOVA FUNZIONE PER IL REVISORE?
Il correttivo ter al d.lgs. 14/2019, approvato recentemente dal Consiglio dei ministri, contiene alcuni punti di particolare interesse dai quali possono discendere diverse considerazioni. Il correttivo al decreto appena citato riprende quanto previsto dall’originario Codice della crisi rispetto all’obbligo, in capo al revisore legale, di segnalare all’amministratore l’emersione della crisi.
Il decreto legislativo 83/2022, in prima istanza, attribuiva soltanto al sindaco l’obbligo di segnalazione (ex art 25 octies) dell’emersione della crisi di impresa e del successivo avvio della procedura di composizione negoziata della Crisi.
Se l’obbligo di segnalazione incombe anche sul revisore ne discende che lo stesso si troverà a segnalare all’amministratore della società revisionata – in quanto organo di controllo – situazioni di crisi in atto o potenziali. Tale segnalazione dovrà essere inviata per iscritto all’amministratore non più tardi di 60 giorni.
Tale circostanza, oltre a rappresentare una svolta “epocale” nell’approccio alla revisione legale, imporrà al revisore la necessità di valutare, nella fase di assunzione dell’incarico, anche il rischio connesso alla necessità di segnalare all’amministratore una possibile crisi incombente. Nella fase di accettazione dei nuovi incarichi di revisione, quindi, sarà opportuno qualificare il rischio anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi.
Dovendo, perciò, il revisore segnalare il realizzarsi dei presupposti previsti dal Codice della crisi e di quelli necessari per l’accesso alla composizione negoziata, sarà opportuno che egli possa esprimersi, anche preliminarmente, sull’adeguatezza degli assetti organizzativi e sulla presenza di un “panel” di indicatori gestionali, economici e finanziari in grado di sostenere un adeguato monitoraggio sullo stato di salute dell’impresa.
In questo senso l’onere di “segnalazione” in carico al revisore legale, escludendo da questa considerazione quella più ampia relativa alla sola “continuità aziendale”, rappresenta una vera e propria rivoluzione Copernicana in quanto sul revisore non ricadeva – ante decreto correttivo – la responsabilità di un controllo sulla possibile prosecuzione dell’attività dell’impresa soggetta a revisione legale.
Rispetto allo scenario che l’attività di revisione potrà assumere in un prossimo futuro, si consideri che tale recente recepimento comporterà un maggior coinvolgimento ed una maggiore responsabilità da parte del revisore. I revisori, infatti, avranno un ruolo ancora più centrale e attivo nella gestione della salute finanziaria delle aziende. Saranno chiamati non solo a valutare i bilanci, ma anche a monitorare costantemente gli indicatori di crisi e a intervenire tempestivamente quando rilevano potenziali problemi.
In sintesi, le nuove disposizioni legali aprono significative opportunità di crescita professionale per revisori e commercialisti, obbligandoli a svolgere un ruolo proattivo nella prevenzione e gestione della crisi d’impresa. Questo potrebbe non solo migliorare la stabilità finanziaria delle aziende ma anche portare a una più ampia trasformazione nel campo della consulenza aziendale e finanziaria.
L’introduzione dell’obbligo per i revisori legali di segnalare all’amministratore la situazione di crisi d’impresa potrà avere impatti significativi sul mercato professionale della revisione legale. Alcuni aspetti che potrebbero avere impatto sull’evoluzione delle attività legate alla richiesta di servizi connessi all’attività di revisione legale potrebbero essere, per esempio, l’aumento della domanda per servizi di revisione e di consulenza specializzata in ambito di gestione della crisi di impresa oppure la necessità di differenziare il mercato della revisione evidenziando una distinzione più marcata tra i professionisti che sono capaci di offrire servizi per la gestione della crisi da quelli che si occupano principalmente di revisione contabile standard. Le società di revisione che possono offrire un approccio olistico e integrato alla consulenza aziendale potrebbero guadagnare un vantaggio competitivo.
In conclusione, l’obbligo introdotto dal correttivo al Dlgs 14/2019 potrebbe trasformare notevolmente il mercato della revisione legale, spingendo i professionisti verso una maggiore specializzazione, una responsabilità ampliata e una collaborazione interdisciplinare più intensa, al fine di gestire efficacemente le nuove esigenze e responsabilità.
Palermo, 17 giugno 2024
Michelangelo Calì, dottore commercialista e revisore legale