Qualità nel governo d’impresa

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In questo momento, quasi tutte le aziende, vivono una contrazione di mercato, questo si riverbera, quasi sempre, in una riduzione dei ricavi e dei costi variabili. Molte volte, quando l’impresa è ben gestita, si assiste anche ad una riduzione dei costi fissi con, a titolo di esempio, diminuzione del numero dei lavoratori, dei luoghi di produzione o vendita e relativa diminuzione dei canoni di locazione etc.

In poche parole, si assiste ad un ridimensionamento dell’azienda, in tutte le sue componenti. Ma l’imprenditore o comunque il vertice aziendale, che spesso rimangono a governare le aziende, cambiano il loro atteggiamento al governo dell’azienda? Ossia, si rendono conto di avere maggior tempo da dedicare alle gestione delle singole problematiche dell’azienda, oppure no ?

Certamente non si può dare una risposta ad una provocazione come questa, ci saranno sicuramente degli imprenditori e dei manager che si sono resi conto della possibilità/necessità di cambiare il proprio stile di governo all’impresa. Ma vi posso assicurare che molti non lo hanno fatto e non lo stanno facendo.

Questo è un peccato, perché gestire 400 persone o 200 non è la stessa cosa, così come gestire 5 stabilimenti invece di 3, oppure 300 punti vendita anziché 100. Al mero osservatore numerico la cosa appare chiara, non lo è se si è un imprenditore o un manager coinvolto nella gestione di tale azienda a “scartamento ridotto”.

Soprattutto se si tratta di imprenditore concentrato alla cose urgenti più che alle cose importanti.

Tutto appare più difficile, trovare nuovi clienti o consolidare i rapporti sia con i vecchi clienti che con i fornitori, gestire il personale dopo una riduzione nel numero totale delle teste e quindi anche dei primi collaboratori, a cui si delegavano alcuni compiti.

Questo naturalmente è vero, ma di certo l’opportunità di poter gestire il proprio tempo con maggiore qualità rimane.

Personale: come abbiamo evidenziato in precedenza, quasi sempre, l’azienda si è dovuta ristrutturare diminuendo l’organico, risulta logico pensare che chi ha visto colleghi  licenziati o sospesi in cassa integrazione è particolarmente provato psicologicamente. Inoltre, tutte le riorganizzazioni portano dei periodi in cui dovranno ancora ritrovarsi gli equilibri tra le varie funzioni. Pertanto, è necessario avere una maggiore attenzione alla motivazione, alle “pacche sulle spalle” ed  alla condivisione dei percorsi professionali ed umani. E’ su queste persone che la nostra azienda ha basato le sue scelte, sono loro i prescelti per portare avanti l’idea di business, è quindi su questi talenti che dobbiamo puntare, dedicandogli molto più tempo di quello che veniva dedicato in precedenza e soprattutto facendoli sentire parte fondamentale, imprescindibile, del nuovo progetto d’azienda.

Fornitori: anch’essi nella fase di riorganizzazione sono stati stressati, anche soltanto non fornendogli un programma degli acquisti o “saltando” qualche pagamento. Le relazioni con loro dovranno essere tenute in modo molto accurato, informandoli e coinvolgendoli nelle scelte aziendali. Investendo del tempo per spiegare le nostre strategie, ascoltare (e magare imparare qualcosa) le loro idee, il loro posizionamento, le scelte che hanno compiuto, aprendo con loro un’alleanza fatta di rapporti chiari.

Clienti: residui e potenziali, in ogni caso, si dovrà ricercare di migliorare le relazioni, cercando di avvicinarli al valore dell’azienda e non soltanto alle logiche legate ai prezzi. Se un cliente è fidelizzato e crede nella nostra azienda, presumibilmente ci chiamerà se riceverà un’offerta più bassa della nostra da un concorrente. Probabilmente vorrà sapere se siamo in grado di competere con tale offerta, oppure perché non lo siamo (nel caso di qualità, assistenza o garanzia diverse ad esempio).

Tutto questo implica volontà, individuazione di un percorso e tempo e di qualità nella guida dell’azienda, che è l’unico sistema per cercare di governarla anche in un periodo di crisi.

Quest’articolo segue i precedenti:

  1. La crisi delle aziende dipende solo dalla crisi Italiana ?
  2. Approccio strutturato al governo d’impresa

essi sono i primi 2 di 7 articoli che analizzano l’approccio che riteniamo sia necessario dare alle aziende, ancor di più in questo periodo di crisi. I prossimi articoli saranno:

Utilizzare  il capitale relazionale di fornitori e clienti.
Motivare il personale.
Minimizzare i costi facendo di più con meno.
Immaginare nuovi mercati con delle alleanze.
Riorganizzazione strutturale societaria.

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